Giovane suonatore di Tar تار زن جوان

 

di

Nosrat Panahi Nejad

La parola Tar in lingua persiana significa corda. Si pensa che da questo nome derivino l’indiano Sitar e l’arabo qitare, da cui a sua volta proviene la parola  chitarra. Anche se l’esatta origine dello strumento non può essere localizzata, si può affermare  che il Tar nacque nei territori occupati o influenzati dall’Impero persiano. Ancora oggi è uno strumento tipico in Iran, Afghanistan, e alcuni territori dell’ex Unione Sovietica quali Azerbaigian, Armenia, e altre zone della regione Caucaso. Apparve nella sua attuale forma  a metà del XVIII secolo. La cassa armonica è costituita da una doppia sfera intagliata in legno di gelso. La tavola, ricoperta da una sottile membrana di pelle di agnello. Il lungo manico ha una tastatura mobile formata da 26 o 28 tasti regolabili che raggiungono un’estensione di due ottave e mezza. Il Tar persiano aveva normalmente cinque corde, la sesta venne aggiunta dal grande musicista iraniano Darvish Khan.  Il Tar  diffuso in Azerbaijan, leggermente differente, possiede   un maggior  numero di corde. Il Tar è uno dei più importanti strumenti tradizionali dell’Asia Centrale Fondamentale nella composizione e nell’esecuzione dei radif  cioè una serie di antiche regole musicali  trasmesse per mezzo della tradizione orale. Le tendenze generali della musica classica persiana sono state fortemente influenzate dai suonatori di Tar.

                                                                                                                                               Wikipedia