Fondazione al collasso, Pizzuto rischia l’ oblio

16/03/2003

«Pizzuto e le larve di “Signorina Rosina” sono davvero quanto di grande ha ed è Palermo». Così parlò Carmelo Bene che nell’ estate del ‘ 95 a Villa Trabia, inaugurando Palermo di scena, recitò alcuni brani dello scrittore-poliziotto. Potrebbe farsi cominciare da quella sera la riscoperta di Antonio Pizzuto, alla quale hanno lavorato poi la Fondazione e i Quaderni pizzutiani, rivista quadrimestrale curata da Nosrat Panahi Nejad, edita dalla stessa Fondazione. Adesso la Fondazione, giunta al settimo anno di attività, si scontra con la realtà economica e con l’ indifferenza del ministero dei Beni culturali, al punto da dover bloccare la sua attività. Adesso la figlia di Pizzuto, Maria, presidente della Fondazione, lancia un appello alle istituzioni palermitane per ridare linfa alla struttura e per delegare l’ onere editoriale della stampa dei Quaderni, lo strumento che contribuito alla diffusione dell’ opera dell’ autore di “Si riparano bambole”. Insomma, il questore-poliziotto rischia l’ oblio numero due, come se il destino volesse dar forza alle parole, sempre di Carmelo Bene: «Palermo annovera tra i più grandi Pizzuto, ma non lo sa».

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