Scomparsa del ritratto nero

Nosrat Panahi Nejad

Seconda rassegna fotografica

Scomparsa del ritratto nero

Riproduzione della riproduzione

Dal 1 al 12 Febbraio 1989

presentazione di

 Ando Gilardi

Comune di Bologna- Quartiere S. Vitale- Biblioteca Vicolo Bolognetti,  Sala Silentium

di ANDO GIRALDI

Nosrat Panahi Nejad è oggi uno dei “nemici” migliori – più coraggiosi, quasi eroico nella perseguitata determinazione – di quello che si intende normalmente per fotografia; è come dire che ha tenuto in vita un’idea dell’uso non copiativo di questo ossessivamente straripante strumento d’espressione. Ma ha pagato la sua diversità dal facile, dal mediocre, dallo zero avallato dalle riviste del settore, con otto anni di solitudine : di isolamento e di quella indifferenza degli “addetti ai lavori” che è peggiore di ogni stroncatura. In ogni caso non ha perso del tempo: in questi otto anni si è diplomato presso una scuola di grafica famosa, e ha ottenuto una laurea in storia del cinema alla facoltà di lettere e filosofia dell’università di Bologna. La tesi svolge il tema: “il visivo nel cinema di Carmelo Bene” ed anche questa è una scelta di solitudine.

 

In questa sua seconda rassegna, che comprende circa 200 immagini, si trovano capitoli differenti che sviluppano, ovviamente, la sua ipotesi di fondo essenziale. Il primo capitolo è quello della “Scomparsa del ritratto nero”: 50 immagini generate a catena iconografica che porta avanti, fino alla gelida conclusione finale, il discorso di W. Benjamin su “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. La capacità riproduttiva, che in principio abbiamo lodato come fedele docile e semplice, ha mostrato i denti alla fine : al di là dell’apparenza generosa di una immediata diffusione e comunicazione, si rivela il mezzo feroce della liquidazione del segno e del messaggio medesimi che contiene.

Un altro capitolo è quello della “Trascendenza fotografica”: l’immagine automatica e meccanica, per “essere”, ossia per dimostrare la propria straordinaria possibilità di fare estetica, frantuma l’ “essere” e divora quella consacrata del prodotto altrui.

Secondo la nostra opinione non si tratta di una profanazione, e meno ancora un delitto, ma della legittima ribellione del mezzo fotografico, umiliato dall’uso servile industriale a rinnegare la sua propria natura”negativa” ogni qualvolta colloquia con l’Arte: quella che viene detta della Maiuscola. Alla prova della possibile autonomia del procedimento sono assegnate poi, in questa rassegna straordinaria, le opere fotografiche ottenute senza apparecchio, con la sola carta sensibile alla luce; e in fine nel “Ritratto continuo”, una intera successione fisionomica estratta dal volto ormai remoto di una donna, è distillata da un solo negativo.

 

Il sembiante non viene mai mostrato in una quota sufficiente alla possibilità della identificazione; per dirla in modo pratico: si tratta di una serie “antisegnaletica”: la negazione di quel sapore odioso dell’ “identikit” che oggi emerge, come una punizione, da qualsivoglia ritratto fotografico.

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Copyright © Nosrat Panahi Nejad Scomparsa del ritratto nero04© Nosrat Panahi  Nejad "Trascendenza Fotografica, Pietà di Rondanini"

” Avere immaginazione” e “avere delle immagini” non è la stessa cosa.

In generale, i poeti hanno più immagini che immaginazione.

Per immaginazione intendo lo sfruttamento delle immagini- l’operazione sull’immagine- l’esploarazione del campo o universo di un’ IMMAGINE- al modo in cui la logica esplora l’implicazione dei concetti.

l’immagine e la sua possibilità – e non la sua transitività. Vuol dire considerare l’ immagine come un valore di un sistema di variazioni.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     P. Valery. “I Quaderni”

 

 

Copyright © Nosrat Panahi Nejad

 

Ordine visivo delle sequenze:

Parte I

A) Scomparsa del ritratto nero, riproduzione della riproduzione.

B) Trascendenza fotografica. Esempio: Pietà Rondanini di Michelangelo.

C) Ritratto continuo: il volto di Xixa Rosa.

D) Supporto come immagine.

E) Soggetti minimi.

F) Solitudine con il lenzuolo bianco.

G) Riproduzione della riproduzione.

Parte II

H) Geometria dello spazio.

I) Imperfezione umana.

L) La vaga infanzia.

M) Narrazione di sé.